mercoledì 22 aprile 2015

L'imbarazzo del silenzio sul codice etico

Se quanto sta accadendo sull'Italicum è (almeno per me) incomprensiibile, quello che trovo davvero imbarazzante è che una rottura di tale portata avvenga sulla legge elettorale, mentre su altre questioni che ci dovrebbero preoccupare di più e tutti, maggioranza ed opposizione interna, nessuno o pochissimi dicono nulla.

Mi riferisco al fatto di come si stia abbassando la soglia di attenzione del Pd verso l’etica della politica.
Qui vorrei fare alcune considerazioni veloci.
Se l’evasione e la corruzione, dunque l’illegalità, sono uno dei principali grandi problemi del nostro Paese, allora il Pd deve essere conseguente. A partire da casa sua.

C’è un tema gigantesco, di cui ho già scritto qui, e di cui si parla pochissimo: il nostro Codice etico interno, sbandierato giustamente (io ero tra quelli) nel momento fondativo del partito, non solo spesso viene disatteso ma, fatto ancor più grave, non è neppure al passo con le sopravvenute leggi italiane (vedi la Severino su tutte: che sospende dall’incarico i condannati in primo grado, senza distinzione di reato, mentre noi consentiamo la loro candidatura alle primarie).Non cito poi i numerosi inquinamenti dello strumento (formidabile, ma da maneggiare con cura e soprattutto con regole) delle Primarie. Il tutto unito ad un certo "sesto senso" che vorrebbe una tacita assuefazione a questo andazzo...

Il punto è: è giunta l’ora di farla finita, di smettere di far finta di non vedere.
A meno che non si voglia diventare come Forza Italia, che spesso ha candidato gente impresentabile. Smettendola di baloccarci con il “partito della nazione”, che si sostituisce alla mancanza di una destra di sistema in Italia. A quale scopo? Per copiarne magari anche i peggiori difetti, come quelli delle dubbia etica di certe candidature?.

Non vorrei che si pensasse che siamo destinati a fare l’abitudine a candidati con inchieste giudiziarie, a gente che rischia di essere sospesa dall’incarico un minuto dopo che è stata eletta.La politica non è un obbligo. E rimando alla parte finale di questo mio post, per chiarire come la penso su questo.

E non si usi l’argomento del “siamo un partito grande, qualcosa può sfuggire”, perché non attacca.
Proprio questa grande forza ci impone tutt’altro!
Ci impone più controllo, più rigore, più etica di tanti altri.
Ce lo impone a maggior ragione la responsabilità che in questa fase politica grava principalmente sulle spalle del partito democratico, che proprio per questo deve essere al di sopra di ogni sospetto.

Credo, come ho già scritto, che dai “mitici territori” si dovrebbe alzare un appello forte al Pd nazionale a fare sul serio su questo punto, a partire dal rivedere il nostro Codice Etico, per finire col regolamentare seriamente una volta per tutte anche lo strumento delle Primarie.
Un appello, insomma, forte e chiaro, a toglierci, tutti, dall’imbarazzo.
Non ho fondato il Pd per il grigiore e l’imbarazzo, ma per la chiarezza e l’orgoglio di una forza sì di carattere nazionale, progressista e di sinistra. Non voglio assistere a questa che sembra una silenziosa mutazione: ho e abbiamo altri valori. Che son quelli che in parte ci derivano dalla nostra storia politica, dall’altra da un tratto generazionale di chi si è formato alla politica con gli scandali di mani pulite e delle stragi di mafia di inizio anni ‘90. E che non si rassegna a fare l’abitudine a questa roba.

Nessun commento: